Sabato 9 ottobre si è conclusa con successo la trentaquattresima edizione del RAM Film Festival. Il premio del pubblico è andato al documentario "The lost Mountaineers".

Sabato 9 ottobre al Teatro Zandonai di Rovereto, si è conclusa con grande successo la trentaquattresima edizione del RAM Film Festival Rovereto Archeologia Memorie, con focus "Sguardi sul Clima".

Quest'anno, l'evento ha visto la partecipazione di un pubblico attento e competente, con tutti gli incontri con gli ospiti e gli approfondimenti esauriti, compresa la serata finale con affluenza straordinaria per la presenza speciale di Neri Marcorè. Il festival, dedicato all'archeologia e alle memorie del passato, e alle sfide per la conservazione del patrimonio culturale nel futuro che cambia, con particolare attenzione all'emergenza climatica, ha rappresentato una vetrina unica per l'esplorazione delle culture antiche e per la scoperta di nuove prospettive sulla nostra storia. Gli appassionati e gli esperti del settore hanno potuto godere di una ricca selezione di documentari, gran parte dei quali in anteprima, e dibattiti che hanno dato vita a una vivace discussione sulla preservazione del nostro patrimonio culturale. La partecipazione del pubblico a questa edizione del festival ha confermato l'interesse crescente per l'archeologia e le culture antiche e presenti. Il RAM Film Festival Rovereto Archeologia Memorie continua a svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere la consapevolezza e l'importanza della conservazione del nostro passato.

Il premio del pubblico è andato al documentario in anteprima mondiale "The lost Mountaineers" di Andrea Andreotti e Diego Busacca prodotto dalla Fondazione Museo storico del Trentino e con la consulenza scientifica di Ben Appleby, Aldo Miorelli, Antonella Previdi, Giacomo Zanetti e Lorenzo Gardumi. "The lost Mountaineers" è dedicato a un DUKW, un mezzo anfibio americano affondato nel Lago di Garda il 30 aprile 1945 per un guasto meccanico. I soldati, che appartenevano alla Decima Divisione di Montagna, furono dichiarati dispersi. A quasi sessant'anni dalla notte dell'incidente un gruppo di appassionati di storia si è messo alla ricerca del mezzo e del suo equipaggio.

A pochi decimi di distanza nell'apprezzamento del pubblico, molti altri documentari come il britannico "Saving Venice, Salvare Venezia", di Duncan Bulling prodotto da LionTv, in anteprima italiana, o "Memorie di un mondo sommerso", di Philippe Nicolet, prodotto dalla Association Palafittalp/Studio NVP3D dedicato alle palafitte nell'arco alpino.


Tutti i vincitori delle diverse sezioni del RAM film festival 2023


PREMIO RAM film festival, Rovereto Archeologia Memorie
Premio del pubblico assegnato con schede di voto
assegnato a: 

The lost Mountaineers
di Andrea Andreotti e Diego Busacca, Italia 2023, produzione Museo storico del Trentino


Premi delle Giurie: 


PREMIO PAOLO ORSI Cinema Archeologico
Giuria internazionale: Barbara Maurina (presidente), Mark Pearce e Annamaria Ravagnan
assegnato a:

The Time they spent here. Il tempo che hanno trascorso qui
di Edward Owles, Regno Unito 2023, produzione Richard Tacon

motivazione:
Un cortometraggio piccolo per dimensioni ma grande per il contenuto e l'intensità, a tratti lirica, con cui racconta l'appassionato lavoro di due attempati studiosi che hanno dedicato la loro vita a registrare, analizzare e tutelare le incisioni rupestri di Tanum nella Svezia nord-occidentale, le quali costituiscono la più grande concentrazione di arte dell'Età del Bronzo in Europa. Una vera e propria missione, volta alla salvaguardia di un patrimonio archeologico oggi più che mai minacciato dall'azione degli agenti atmosferici. Il documentario con profonda sensibilità, umanità e delicatezza riesce a comunicare in modo originale e convincente l'essenza della vocazione dell'archeologo e a fondere in un perfetto equilibrio il messaggio scientifico con il linguaggio cinematografico.

menzione speciale:

A la recherche de la musique de l'antiquité. Alla ricerca della musica dell'antichità
di Bernard George, Francia 2021, produzione O2B films

motivazione:
Un affascinante film che racconta le metodologie della ricerca volta a restituirci la musica antica. A partire del papiro musicale del Louvre, passando per l'antica canzone rinvenuta in Turchia e la partitura iscritta sul muro del Tempio di Apollo a Delfi, il racconto si snoda svelando i molteplici risvolti del lavoro di deciframento dei documenti, in grado di restituirci non solo i suoni antichi ma anche le modalità di amplificazione impiegate nell'antichità. Un tema assai complesso, ma affrontato con un linguaggio chiaro e accessibile al grande pubblico e reso cinematograficamente accattivante da una fotografia di qualità e da un ritmo ben cadenzato.


PREMIO L'ITALIA SI RACCONTA
Giuria: Isabella Bossi Fedrigotti (presidente), Michele Trentini, Sara Zanatta
assegnato a:

The black Italian Renaissance. Il rinascimento italiano nero
di Cristian di Mattia, Italia 2022, produzione Tiwi s.r.l.

motivazione:
Bridgerton, la serie con l'affascinante lord inglese dall'incarnato lievemente scuro, non ha inventato nulla. In Italia, nel corso del Rinascimento decine di quadri, di sculture, di documenti attestano la presenza nella società, specialmente in quella alta, di centinaia di persone di colore. E non necessariamente come schiavi, al pari di quanto successe in altri Paesi; e neppure sempre come servitorielli secondo quanto testimoniano le sculture dei neri puttini guardaporta. Sono consiglieri e confidenti, ambasciatori e segretari come anche balie a camerieri. Il documentario "The black Italian Renaissance" ha colpito per l'originalità della ricerca, per l'accuratezza dello studio e per la testimonianza che la nostra società, almeno in un certo passato, era in effetti multiculturale.

menzioni speciali:

Il custode della memoria
di Elena Giogli, Italia 2023, produzione Alice Cinema, Why Tales, Rufus Film

motivazione:
Il documentario riesce a costruire con intelligenza emotiva l'incontro tra il pubblico e Dino Marinelli, personaggio originale ed eccentrico in compagnia del quale si attraversa quasi un secolo di storia di una città della provincia italiana, con le sue bellezze materiali, il suo orgoglio linguistico, i suoi aneddoti artistico-culturali, la sua vena ironica e scanzonata. Il registro biografico ben si accompagna alle cronache d'epoca; i materiali di repertorio, anche i meno "nobili", così giustapposti alle parole di testimoni-amici invitano, senza retorica, a riflettere sul potere della memoria e sul raro dono di saperla tramandare con passione.

The lost Mountaineers
di Andrea Andreotti e Diego Busacca, Italia 2023, produzione Museo storico del Trentino

motivazione:
Gli autori ricostruiscono efficacemente le drammatiche vicende legate all'inabissamento di un mezzo anfibio americano nelle acque del Garda alla fine della seconda guerra mondiale e ne narrano anche i ripetuti tentativi di individuazione e recupero del relitto. Lo fanno attraverso un abile lavoro di ricerca e restituzione delle diverse fonti. La qualità dei materiali d'archivio, delle testimonianze dirette e il ritmo del montaggio ci appassionano a una pagina di storia meno nota, ambientata in un lembo suggestivo di paesaggio che non avevamo ancora percepito sotto questa luce.


PREMIO SGUARDI DAL MONDO
Giuria: Duccio Canestrini (presidente), Nora Demarchi, Cecilia Pennacini
assegnato a:

Carraco. Raganella
di Carlos Cazurro, Spagna 2022, produzione Carlos Cazurro e Manu Sevillano

motivazione:
Carraco racconta la riscoperta, attraverso la memoria personale e collettiva, di un codice di comunicazione alternativo e condiviso fra la popolazione dei Monti Torodo, nei pressi di Vallodolid. Questa codice prevede l'uso di una "carraca", uno strumento di legno che, fatto ruotare su sé stesso, produce un suono ritmico, modulabile. Favola rurale raccontata attraverso il linguaggio stilistico del falso documentario, il film narra di una storia locale che richiama temi universali quali la riappropriazione della memoria collettiva, dell'identità locale, del senso di comunità e appartenenza. I 65 minuti di narrazione si susseguono con un ritmo energico e coinvolgente, rivolgendosi allo spettatore con un linguaggio cinematografico inedito e sorprendente.

menzioni speciali:

Namarali
di Tim Mummery, Australia 2021, produzione Yorna Woolagoodja e Tim Mummery

motivazione:
Il film racconta con sensibilità e attenzione la storia dell'artista aborigeno Donny Woolagoodja impegnato a preservare le raffigurazioni degli spiriti Wandjina che adornano le grotte della regione del Kimberly, nell'Australia occidentale. La forza della narrazione visiva attraversa lo spazio e il tempo - attingendo anche a immagini di repertorio - fino a ricreare grazie a un intenso approccio partecipativo il complesso cosmogonico del "Tempo del sogno".

I am Kanaka. Io sono un Kanaka
di Genevieve Sulway, Regno Unito 2022, produzione Genevieve Sulway

motivazione:
Nonostante l'immaginario paradisiaco che le contraddistingue, la natura spettacolare e l'enorme afflusso turistico, le isole Hawaii rischiano di perdere per sempre le proprie tradizioni. Reagendo all'espropriazione delle loro terre, al degrado e alla miseria, gli orgogliosi nativi kanaka ci insegnano la sostenibilità, a partire dal recupero della lingua madre e dalle danze Hula, proibite dai missionari e dai coloni. Un piccolo documentario, antropologicamente perfetto, che illustra una filosofia etnica comunitaria.


PREMIO CULTURA ANIMATA
Giuria: Andrea Artusi (presidente), Davide Lorenzon, Tobia Berti
assegnato a:

The sprayer. Lo spruzzatore
di Farnoosh Abedi, Iran 2022, produzione Institute for the Intellectual Development of Children and Young Adults, Negative Art Studio

motivazione:
Grazie al grande equilibrio tra qualità tecnica, sia dal punto di vista della modellazione tridimensionale che dell'animazione in computer grafica, e impianto narrativo, l'opera si è imposta fin da subito nella valutazione della giuria. Il corto riesce a trattare in maniera coinvolgente, approfondita e toccante dal punto di vista emotivo il tema del clima con originalità e grande energia dello storytelling.

menzione speciale:

Bride's Dream. Il sogno della sposa
di Joe Chang, Cina/Canada 2023, produzione Joe Chang

motivazione:
Il corto ha la capacità di accompagnare lo spettatore sulle ali dell'immaginario della tradizione culturale del paese di provenienza nel profondo di un tema complesso con grande sensibilità e delicatezza. L'uso sapiente e consapevole degli elementi grafici e del colore completa un'opera di grande impatto emozionale e di alta qualità tecnica dal punto di vista dell'animazione.


menzione speciale ARCHEOBLOGGER
Giuria: Andrea Bellotti, Giovina Caldarola, Marta Coccoluto, Antonia Falcone, Marina Lo Blundo, Mattia Mancini, Domenica Pate, Michele Stefanile, Alessandro Tagliapietra
assegnato a:

Montaigne and the misterious tomb. Montaigne e la tomba misteriosa
di Pauline Coste, 2021, produzione Day for Night / Enfant savage

motivazione:
Un documentario che si può definire come la quintessenza del "piacere della ricerca, della ricostruzione e della scoperta". Per una volta la parola "mistero" non è fuori luogo. Una lunga ricerca multidisciplinare che abbraccia storia, archivistica, antropologia fisica, architettura, un romanzo giallo archeologico che con meticolosa descrizione della pluralità delle risorse umane e professionali, delle scienze e tecnologie differenti prova a "risolvere il caso", con un ritmo serrato e una narrazione avvincente che però lascia anche spazio a riflessioni e silenzi emozionati, mentre storici, filosofi e curatori ci accompagnano alla scoperta dell'uomo e del filosofo Michel de Montaigne e dei tempi in cui visse, tempi di guerra, malattie e, ahimè, pandemie. Un documentario che riassume il senso dell'archeologia: ipotizzare, fare domande e aspettare che il tempo e il progresso della disciplina possano arrivare alle risposte. Forse. Montaigne, che sia effettivamente lui o meno, non potrebbe che esserne contento. 


menzione speciale CINEMAMORE
Giuria: Andrea Morghen (Religion Today) Augusto Marsigliante (Trento Film Festival) Valentina Poli (RAM film festival)

Namarali
di Tim Mummery, Australia 2021, produzione Yorna Woolagoodja e Tim Mummery

motivazione:
Namarali è un'opera di elevato valore culturale, nella quale l'arte cinematografica dialoga con la suggestiva pittura rupestre. Attraverso la figura di Donny e della comunità cui appartiene, veniamo immersi in un mondo ancestrale fatto di lotte tra divinità primordiali e magiche apparizioni. Lo spirito dei protagonisti di "Namarali" è quello di chi non non vuole arrendersi allo sradicamento e all'omologazione, e non può dimenticare le tradizioni dei propri antenati, insegnando anche alle nuove generazioni il valore della memoria e il sacro dovere di far sì che questo patrimonio non cada nell'oblio.