L'idea rivoluzionaria di Charles Darwin
Si legge in 4 minuti: il tempo di un cappuccino!
Nel 1859 Charles Darwin pubblicò un libro destinato a rivoluzionare l'intera Biologia. Per dare una misura del valore anche storico dell'opera basta pensare che una copia della prima edizione dell'"Origine delle Specie" è stata recentemente battuta all'asta per l'importo di mezzo milione di dollari.
Darwin, che era un ricercatore molto meticoloso, un lento pensatore d'altri tempi, partì da un'idea sviluppata da suo nonno Erasmus Darwin più di 60 anni prima, l'idea secondo la quale le specie viventi si modificherebbero nel tempo secondo un processo chiamato Evoluzione.
Questa idea di una natura che si modifica nel tempo era stata poi ulteriormente sviluppata da un naturalista francese, Jean-Baptiste de Lamarck. Lamarck tentò di compiere un difficile passo avanti: quello di individuare un meccanismo che spiegasse in che modo queste modificazioni avvenissero. Il punto maggiormente critico riguardava infatti il problema dell'adattamento degli organismi al loro ambiente: si può essere d'accordo sul fatto che le specie viventi si modificano nel corso del tempo (la genetica attuale spiega anche come questo avviene: grazie alla mutazioni), ma rimaneva da chiarire chi o che cosa li "guidasse" ad acquisire caratteristiche utili nel loro ambiente.
In parole povere: quale meccanismo naturale fa sì che gli uccelli abbiano sviluppato le ali per volare e i pesci le pinne per nuotare, e non il converso?
Lamarck propose la teoria "dell'uso e del disuso". Secondo questo principio, l'utilizzo continuativo di una struttura per una certa funzione, ad esempio di un arto, oltre a irrobustirla ne forgerebbe anche le caratteristiche; queste verrebbero in qualche modo ereditate dalla discendenza, e così avanti per più generazioni fino a produrre, ad esempio, ali partendo da semplici abbozzi di arti anteriori.
Questo meccanismo non soddisfaceva però appieno Darwin: il naturalista inglese era alla ricerca di un principio naturale nel quale gli esseri viventi giocassero parte ancora meno attiva. Lo sviluppo da parte di Darwin dell'idea di "selezione naturale" richiese circa 30 anni e comprendeva l'elaborazione di una serie sterminata di osservazioni naturalistiche che lui stesso realizzò in prima persona. Il principio alla base dell'idea di selezione naturale sviluppata da Darwin è estremamente semplice e proprio per questo è ancora oggi facilmente frainteso da chi è abituato a pensare in termini finalistici: proprio perché, nell'idea di Darwin, l'adattamento viene invece prodotto da un processo che non ha proprio nessuna finalità.
La selezione naturale funziona in questo modo: l'ambiente nel quale una specie vive favorisce la sopravvivenza di certi suoi caratteri e sfavorisce quella di altri.
Ad esempio, l'acqua favorisce le branchie e le pinne, l'aria i polmoni e le ali. Dato che ad ogni generazione viene prodotta, in maniera causale, nuova variabilità, l'ambiente favorisce inevitabilmente la riproduzione degli individui che portano caratteristiche utili e sfavorisce quella di coloro che hanno caratteristiche svantaggiose (ad es. accorciandone la vita). Poiché questo meccanismo perdura nel tempo e le caratteristiche degli organismi sono come sappiamo ereditabili, le modificazioni utili si sommano e in questo modo vengono prodotti - evolvono - organismi con caratteristiche adatte alla vita nell'ambiente nel quale vivono.
Un esempio di come agisce la selezione naturale. L'ambiente nel quale vivono le giraffe ha favorito la sopravvivenza del carattere "collo lungo": le giraffe con questo carattere sono più avvantaggiate di quelle con il collo corto perché se le foglie basse degli alberi scarseggiano, possono arrivare a nutrirsi con le foglie più in alto.
Bingo! L'idea rivoluzionaria di Darwin è tutta qui. Eppure ci sono volute centinaia di anni per concepirla da quanto i primi pensatori si resero conto, osservando i fossili, che gli esseri viventi cambiavano nel corso delle ere geologiche. L'idea di Darwin è stata rivoluzionaria per il fatto di aver ritenuto che degli esseri viventi - che individualmente hanno delle finalità nelle loro azioni quotidiane - potessero aver sviluppato caratteristiche utili ai loro scopi di sopravvivenza grazie a un meccanismo assolutamente non finalistico (cioè privo di scopo), come l'evoluzione per selezione naturale. Questo meccanismo seleziona di fatto i caratteri modificandoli in maniera molto profonda.
Più di 150 anni sono passati dalla pubblicazione dell'"Origine delle Specie" da parte del naturalista inglese, ma la sua teoria ha retto a centinaia, migliaia di verifiche - comprese quelle derivanti dalla scoperta di interi nuovi ambiti della Scienza, ad esempio la Genetica, che era del tutto sconosciuta a Darwin.
La potenza della teoria di Darwin sta nella sua semplicità concettuale.
D'altra parte, la difficoltà che abbiamo nel capirla deriva da un nostro pregiudizio antropocentrico, che tende a concepire la natura come guidata da finalità, allo stesso modo delle nostre azioni.
---
a cura di Gionata Stancher, Sezione Zoologia Fondazione MCR
[immagine di copertina da https://snl.no/Charles_Darwin - CC BY 3.0 NO]
---
- PILLOLE DI SCIENZA su YouTube -
Gionata Stancher, in occasione del Darwin Day, ci conduce in un vero e proprio viaggio che, partendo dalle sale del museo, arriva fin sull'isola di Pantelleria dove i nostri ricercatori hanno svolto recenti studi sul campo in ambito entomologico. Dalle isole circondate dal mare si passa infine al Monte Altissimo, un territorio che in passato è stato isolato anche non dal mare, bensì dal ghiaccio, e dove sono in corso ricerche e attività di conservazione della fauna e della flora da parte del nostro museo.
Clicca qui per vedere il video su YouTube > "I TESORI DELLE ISOLE: DALLE TESTUGGINI DELLE GALAPAGOS AL GRILLO DI PANTELLERIA"