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Piante esotiche in Trentino e loro naturalizzazione

  • Il caso degli "Erigeron" americani

Si legge in 5 minuti: il tempo di un caffé americano!

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Tra i fenomeni che maggiormente colpiscono il naturalista vi è l'improvvisa comparsa e diffusione di specie provenienti da zone più o meno lontane. Negli ultimi anni, a causa dell'intensificarsi degli scambi di merci e, in molti casi, favorito dal riscaldamento climatico, un numero sempre più crescente di specie fa la sua comparsa anche in Trentino: molte in modo occasionale, altre invece insediandosi stabilmente. Nella Flora del Trentino (Prosser et al., 2019) sono elencate 254 specie esotiche naturalizzate, le quali compensano ampiamente l'estinzione (locale) di 54 specie autoctone avvenuta nello stesso arco temporale, ossia dalla metà del Cinquecento a oggi. Tuttavia, sebbene numericamente la flora del Trentino si stia arricchendo, dal punto di vista qualitativo sta peggiorando, poiché le nuove specie introdotte sono perlopiù cosmopolite e prediligono ambienti di bassa quota (sotto i 1000 m), spesso modificati o degradati da interventi umani che, troppo frequentemente, risultano invasivi a causa dell'urbanizzazione, dell'agricoltura intensiva e della costruzione di infrastrutture. Oltre a una banalizzazione della flora, le specie esotiche, dette anche alloctone, possono arrecare danni diretti, contribuendo alla regressione delle specie autoctone per via della competizione, oppure provocando danni sanitari (come nel caso delle specie allergeniche) o economici (ad esempio, alcune specie infestanti le colture). In generale, è difficile tenere traccia, a scala locale, dei tempi e delle modalità di diffusione delle specie alloctone, benché il fenomeno si verifichi spesso sotto gli occhi di tutti noi. 


mappaOk     incolto erboso
A sx la mappa mostra le zone del Trentino maggiormente soggette all’ingresso e diffusione delle specie alloctone che sono i principali fondovalle; a dx un incolto erboso tra Noriglio e Rovereto il (28/7/2024), tipico ambiente di insediamento degli Erigeron americani e della flora esotica più in generale. 

Nell’ambito del progetto di Cartografia Floristica del Trentino, la sezione Botanica ha recentemente condotto rilevamenti floristici mirati della flora esotica, concentrando l'attenzione su tre specie erbacee appartenenti allo stesso genere (Erigeron), originarie delle Americhe ma ormai naturalizzate in diverse aree del Pianeta, in particolare in Europa. Le specie in questione sono Erigeron canadensis, E. sumatrensis e E. bonariensis, qui elencate in ordine di comparsa in Trentino e di seguito trattate singolarmente riassumendo i risultati dell’indagine.

Erigeron canadensis

canadensis    canadensis mappa


È la specie arrivata per prima in Italia e in Trentino. Saccardo (1909) scriveva che in Italia era «coltivata dalla prima metà del Seicento» e che «presto si diffuse come una malerba». In Sicilia, la prima segnalazione della sua naturalizzazione risale al 1674, invece, in Trentino, il primo dato concreto si riferisce a Borgo Valsugana, dove la specie fu raccolta nel 1842 dal botanico Francesco Ambrosi, ma non c'è dubbio che già allora Erigeron canadensis fosse completamente naturalizzata da tempo. Dall’analisi dei dati raccolti, emerge che delle 78 segnalazioni sopra i 1150 m, 25 risalgono al periodo 1991-2012, mentre 53 appartengono al decennio 2013-2023. Oltre all'innalzamento altitudinale, si osserva anche una tendenza della specie a diffondersi orizzontalmente: il caso più evidente è dato della Val di Fassa, dove la specie è stata rilevata solo a partire dal 2014.

Erigeron sumatrensis

sumatrensis  sumatrensis mappa


È la specie arrivata per seconda in Trentino, anche se sembra essere la terza giunta in Italia (esiste un reperto del 1940 raccolto a Pesaro, citato in Viegi et al., 2003). In seguito, la sua diffusione è stata molto rapida: già agli inizi degli anni Sessanta diversi botanici ne rilevarono la presenza in quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia (Anzalone, 1964). Non si conosce la data precisa del suo ingresso in Trentino. Nel 1991, all'avvio del progetto di cartografia floristica, risultava ben diffusa solo nell'Alto Garda, e negli anni successivi si è osservato un progressivo insediamento in Valle dell'Adige. In seguito, si è registrato un incremento delle segnalazioni nelle aree già colonizzate. Tuttavia, nell'ultimo decennio sono emerse nuove presenze, tra cui le prime rilevazioni in Val di Non e Val di Fiemme. L'analisi dei dati altimetrici ha inoltre evidenziato una progressiva risalita altitudinale: delle 25 segnalazioni sopra gli 800 m, solo 5 risalgono al periodo 1991-2012, mentre le altre 20 appartengono al periodo 2013-2023. Il record altitudinale è di 1624 m lungo una strada forestale sopra Vetriolo, in uno schianto di Vaia.

Erigeron bonariensis

bonariensis  mappa bonariensis


E’ l'ultima delle tre specie ad arrivare in Trentino. Il nome deriva da Buenos Aires, capitale dell'Argentina, in linea con la sua area di origine. E’ la più termofila delle tre specie, motivo per cui si è diffusa in Italia a partire dalle zone con clima mediterraneo. Nel nostro territorio, tra gli anni 2006-2008, è stata censita in una decina di località della Gardesana orientale nell'ambito dei rilevamenti per la Flora illustrata del Monte Baldo (PROSSER et al., 2009): il primo ritrovamento per la Regione risale al 2006, a Torbole. È dunque probabile che anche questa specie, come E. sumatrensis, sia entrata in provincia attraverso l'Alto Garda, un percorso comune a molte altre specie esotiche. Negli anni successivi, i ritrovamenti sono stati piuttosto rari e limitati a piccoli insediamenti. Il primo ritrovamento in Valle dell'Adige risale al 2016, con poche piante minute in un'aiuola spartitraffico a Rovereto.

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Erigeron bonariensis in un’aiuola spartitraffico presso Villa Lagarina (06-09-2023) a sx e presso il Lago d’Idro (05-09-2023) a dx 

Piuttosto sorprendente è constatare come negli ultimi due anni (2022 e 2023) la naturalizzazione di questa specie stia procedendo più speditamente in Valle dell'Adige (Ala, Nogaredo, Aldeno, Villa Lagarina, Rovereto, Noriglio,..) che non nell'Alto Garda, al contrario di quanto di solito accade per queste specie. Particolarmente nteressante il ritrovamento nel 2023 presso la riva trentina del Lago d'Idro in quanto rappresenta una nuova via di ingresso verso occidente (lungo la Valle del Chiese). È singolare che, a circa due secoli dalla sua diffusione in Italia centrale e meridional,e solo recentemente E. bonariensis sia giunta in Trentino, ed è forte il sospetto che questo sia stato reso possibile dal riscaldamento climatico. Sta ora a noi monitorare l'eventuale ulteriore espansione di queste tre Conyza e il possibile arrivo di nuove specie, e chissà cos'altro ancora.

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a cura di Filippo Prosser e Giulia Tomasi, sezione Botanica Fondazione MCR. 

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