Ancora oggi il legname e l'allevamento costituiscono, in Lessinia, i cardini di un'economia silvo-pastorale che tramanda gesti ed usanze di antichi lavori, resistenti al tempo e ai rapidi mutamenti del progresso. 

Coloni provenienti dal Tirolo e dalla Baviera occuparono i monti Lessini a partire dall'anno 1287, quando il Vescovo di Verona Bartolomeo della Scala concesse loro un contratto di locazione per il disboscamento della montagna ed il ripristino a pascolo di terreni incolti. Inizialmente, con la creazione dei pascoli, si incrementò l'allevamento ovino e lo smercio della lana, prodotto molto richiesto dai mercati della pianura e dalla città di Verona.

Identificati come "cimbri", i coloni dell'altopiano fecero risalire la loro origine al nome tedesco "Zimber/Tzimbar" (esperto del bosco) e proprio questa capacità permise loro di sopravvivere in un territorio selvaggio. La possibilità di commerciare legname pregiato (soprattutto tronchi di faggio per la città di Venezia) e ricavare carbone dalle ramaglie di scarto, incrementò un'economia di sussistenza basata sulla piccola proprietà, che utilizzava poche risorse.

Gli insediamenti realizzati con la copertura di lastre in pietra risalgono al 1400 e le prime abitazioni sono comunicanti con le stalle. Il latte costituì una tappa fondamentale per il benessere delle famiglie che presto iniziarono a produrre burro, formaggi e ricotta.

Attraverso ripidi sentieri, che percorrono la val Fredda, la val Bona e passo Pertica, i contrabbandieri cimbri raggiunsero la val Lagarina, barattando sale, tabacco, zucchero e tessuti in cambio di attrezzi di legno, prodotti caseari e bestiame.

Gallery

Larici | foto di Paolo Lorenzi
Bestiame al pascolo anni '60
Covoni di fieno a Malga Fratte
Pascoli a Malga Lavacchione

Da guardare

"I Monti Lessini: la piccola patria (Heimat) dei Cimbri" - Ti racconto la Lessinia, 25/02/2021

Gli Alti Pascoli della Lessinia, Patrimonio e Scommessa

"Mutamenti sociali in Lessinia" - Ti racconto la Lessinia, 06/05/2021