Testimonianze archeologiche nel territorio di Ala
La prima frequentazione umana nel territorio di Ala si può far risalire almeno a 40.000 anni fa: alla Sega di Ala è infatti documentata la presenza dell'uomo di Neandertal. Il recente scavo archeologico condotto dal Museo delle Scienze di Trento presso Malga Cornafessa attesta invece che i primi Sapiens giunsero sul territorio almeno 12000 anni fa. Un ulteriore scavo presso un riparo sotto roccia a Le Corone (ai Marani) ha dimostrato che gruppi umani frequentarono questo sito durante il Neolitico Antico e Medio (V millennio a.C.) e poi, a scopo sepolcrale, nell’età del Rame (III millennio a.C.). Un particolare tipo di spillone in bronzo rinvenuto ad Ala e databile alla fine dell’età del Bronzo (XI sec. a.C.) ha dato il nome a questa specifica tipologia di manufatti, definiti appunto "spilloni tipo Ala".
Con l'età del Ferro la zona di Ala deve essere stata il fulcro di molte attività umane, visto il rilevante numero di ritrovamenti: uno spillone, un coltello a lama serpeggiante, tre fibule e un pendaglio a forma di stivale, databili fra VII e III sec. a.C. Lo spillone, con capocchia a calotta, è stato rinvenuto proprio all’inizio della Val Bona, in località Bocca di Ala.
Nella successiva età romana la frequentazione e, forse, la presenza di un insediamento nel territorio di Ala sembra attestato dal rinvenimento di numerose monete, talora associate a resti murari antichi. Nei pressi dovevano esservi uno o più nuclei cimiteriali, attestati fin dall'Ottocento; provengono verosimilmente da tombe monete databili a tutta l’età imperiale e alcuni manufatti in bronzo, anche di pregevole fattura. Fra questi un cursore di stadera con testa di Medusa, due stili per scrivere decorati, una guarnizione di cintura con terminazioni a testa di grifone, un amuleto fallico, un campanello, uno strumento chirurgico. Ad Ala, a inizio XIX secolo, è inoltre segnalata un'iscrizione funeraria, già dispersa al 1882. In prossimità dell’antico abitato doveva correre la strada imperiale che collegava Trento e Verona, per alcuni studiosi identificabile con la Via Claudia Augusta; lo testimonierebbero due cippi miliari del IV sec. d.C. provenienti dalla chiesa di S. Pietro in Bosco e dalla campagna di Marani. Alcuni studiosi identificano Ala con la stazione Ad Palatium, citata dall'Itinerarium Antonini, un elenco di centri stradali (itinerarium scriptum), la cui stesura risale all’inizio del III sec. d.C.
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