I licheni, preziosi alleati nel monitoraggio dell'aria della città di Rovereto
Dal 2014 nel territorio comunale si svolgono campagne di biomonitoraggio per misurare le concentrazioni di metalli che si accumulano nei licheni. Le analisi rientrano nel progetto di ecogestione per migliorare l'ambiente EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) del Comune di Rovereto, cui la Fondazione Museo Civico di Rovereto collabora raccogliendo dati riguardanti la qualità dell'aria e dell'acqua, aspetti entomologici e ricerche floristiche.
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Il Comune di Rovereto è iscritto nell'elenco delle organizzazioni EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) e, nell'ambito di questo progetto di ecogestione per migliorare l'ambiente, la Fondazione Museo Civico di Rovereto collabora con l'amministrazione comunale attraverso l'attività di monitoraggio ambientale raccogliendo dati di varia natura riguardanti le matrici aria (sia in termini di odore che di polveri sottili) e acqua, oltre alle componenti entomologiche e floristiche.
Nel gennaio 2022, è stata avviata la campagna di biomonitoraggio della qualità dell'aria tramite licheni epifiti, ripetendo le indagini effettuate negli anni scorsi. I licheni sono organismi viventi frutto dell'associazione simbiotica tra un fungo e un'alga e sono in grado di assorbire sostanze e di accumularle al loro interno (per tale motivo si definiscono bioaccumulatori). Non avendo radici, il loro metabolismo dipende necessariamente dall'atmosfera. Inoltre sono particolarmente adatti al biomonitoraggio ambientale per via della loro scarsa mobilità, della loro ampia diffusione sul territorio, e per il ciclo vitale sufficientemente lungo.
Nel territorio comunale di Rovereto, dal 2014 vengono svolte campagne di biomonitoraggio tramite la tecnica del bioaccumulo a cadenza periodica per misurare le concentrazioni di metalli in traccia che si accumulano nei talli lichenici. Ad oggi sul territorio sono collocate 13 stazioni di campionamento dove vengono eseguite analisi chimiche di elementi in traccia (metalli) quantificati su licheni autoctoni particolarmente adatti al biomonitoraggio come ad esempio Xanthoria parietina.
Immagine 1. Mappa d'insieme delle 13 stazioni di biomonitoraggio dei licheni nel Comune di Rovereto.
Oltre al routinario prelievo di licheni autoctoni, dal 2016 in 3 stazioni di campionamento, è stata introdotta una nuova tecnica, quella dell'espianto. Questa pratica prevede l'espiantazione di talli lichenici da siti non soggetti ad inquinamento e la loro successiva esposizione nelle stazioni di campionamento per vari mesi prima di procedere all'analisi. La campagna di biomonitoraggio di quest'anno ha visto nel mese di gennaio 2022 l'espiantazione di talli di Pseudevernia furfuracea presso il Lago di Calaita a 1620 slm, (Primiero, San Martino di Castrozza) che sono stati poi esposti nelle stazioni di monitoraggio del Comune di Rovereto. In città ci sono rimasti "respirando l'aria urbana" fino al 15 marzo. I campioni poi sono stati raccolti, puliti ed ora sono in fase di studio presso l'Università di Bologna.
Immagine 2. Nei pressi del Lago di Calaita a 1620 slm, (Primiero, San Martino di Castrozza), sito di prelievo di Pseudevernia furfuracea (4 gennaio 2022).
Il monitoraggio dell'inquinamento atmosferico è complesso, in quanto gli inquinanti e le loro concentrazioni relative sono soggette a notevoli fluttuazioni nel tempo e nello spazio. Proprio per questo motivo il biomonitoraggio, cioè il monitoraggio degli effetti dell'inquinamento tramite parametri biologici che si osservano in determinati organismi (detti bioindicatori) appare particolarmente adatto: i cambiamenti ecologici degli organismi bioindicatori nella maggior parte dei casi non dipendono da singoli episodi di inquinamento, ma piuttosto riflettono l'inquinamento medio entro un arco di tempo più o meno lungo (Nimis et al., 1992).
Immagine 3. Sito di esposizione presso Rovereto del lichene espiantato (17 gennaio 2022).
Per avere i risultati delle analisi chimiche in corso bisognerà pazientare la fine dell'estate 2022. Avendo svolto le indagini nello stesso periodo e con le stesse modalità, gli ultimi dati in fase di analisi potranno essere confrontabili con quelli delle precedenti campagne di indagine e consentiranno di avere così una serie temporale esplicativa della naturalità ambientale del comune di Rovereto.
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Secondo l'ultimo report pubblicato, i dati raccolti nel 2019 indicano che nell'area comunale di Rovereto i principali inquinanti assorbiti dai talli lichenici sono stati Cobalto, Rame, Ferro, Nichel e Piombo e in parte Cromo e Zinco. Il Rame, per la sua variabilità di bioaccumulo riscontrata, pare possa essere l'elemento tra i più critici per Rovereto (probabilmente in relazione ad attività industriali e agricole).
Per quanto riguarda invece le zone maggiormente interessate, le scorse indagini sembrano indicare un bioaccumulo più accentuato, seppur mediamente ricadente sempre nella classe di Basso bioaccumulo (L), per le stazioni n. 2 (Viale Trento) e n. 7 (Parco San Giorgio, Via Europa) in area urbana, e quelle n. 9, 18, 19 e 20 in zona industriale. Queste ultime sono potenzialmente le più critiche. A queste si aggiungono la stazione n. 13 a Marco di Rovereto (che presenta un bioaccumulo medio per il Rame) e la n. 14 a Lizzana Alta (che presenta un basso bioaccumulo su vari metalli) risentendo probabilmente delle sottostanti zona industriale e statale del Brennero, a seguito della conformazione morfologica della zona e del regime dei venti.
Mentre le centraline di rilevamento forniscono una serie di misure dirette e puntiformi nel tempo e nello spazio, che permettono di avere le esatte concentrazioni delle singole sostanze, il biomonitoraggio consente l'analisi ambientale mediata su una scala temporale più lunga, considerando anche gli effetti combinati dei vari inquinanti. L'integrazione del monitoraggio "strumentale" con quello "biologico" è dunque essenziale per poter avere un quadro istantaneo ma anche before-after dell'inquinamento atmosferico in ambito urbano.
Per approfondire:
Progetto EMAS del comune di Rovereto QUI >
Nimis P.L., Ciccarelli A., Lazzarin G., Bargagli R., Benedet A., Castello M., Gasparo D., Lausi D., Olivieri S.,Tretiach M., 1992. I licheni come bioindicatori di inquinamento atmosferico nell'area di Schio -Thiene - Breganze (VI). Bollettino del Museo civico di Storia Naturale di Verona, 16: 1-154.
ANPA, Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente. I.B.L. Indice di Biodiversità lichenica. Manuali e Linee Guida 2/2001. Dipartimento Stato dell'Ambiente, controlli e Sistemi informativi.
Xanthoria parietina e la sua distribuzione nelle Alpi QUI >
Pseudevernia furfuracea e la sua distribuzione nelle Alpi QUI >
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a cura di Stefano Marconi, Monitoraggio ambientale Fondazione MCR, e Juri Nascimbene, esperto in Lichenologia (floristica, tassonomia, distribuzione ed ecologia dei licheni), Professore Associato all'Università di Bologna e collaboratore della Fondazione MCR.