Rovereto scomparsa
Una passeggiata tra le vie e le piazze roveretane alla scoperta di angoli profondamente cambiati, con l'aiuto di documenti fotografici d'epoca.
Al nostro occhio il paesaggio urbano pare sempre simile a se stesso, abituati come siamo a percorrere ogni giorno luoghi di cui sappiamo riconoscere solo una lenta evoluzione. Eppure alcuni cambiamenti sono stati drastici e hanno profondamente modificato nel tempo scorci e scenari, che a rivederli ora stupiscono per la loro particolarità e il loro fascino. La memoria del paesaggio viene meno presto se non è supportata da preziosi documenti storici. Dal passato arrivano immagini che ci aiutano a ricordare.
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Lo Stradone della Stazione
A inizio Novecento Corso Rosmini si chiamava lo Stradone della Stazione.
Nel 1859 il completamento della linea ferroviaria Verona-Bolzano rese necessario costruire una strada che da Piazza Nuova (oggi Piazza Rosmini) conducesse alla stazione. I lavori, iniziati nel 1870, si conclusero dieci anni più tardi.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760_35
Sullo Stradone si affacciavano Palazzo Rosmini "al Frassen" (o Balista) e il retro di Casa Rosmini, entrambe edifici di impianto settecentesco.
Casa Rosmini, che aveva l’ingresso principale su Via Stoppani, venne abbellita con una nuova facciata e contemporaneamente, dall'altro lato della strada, furono realizzate due basse costruzioni a finestre e porte arcuate da adibire ad uso di botteghe e di abitazione del personale di servizio. La torretta accanto, che si scorge proprio di fronte a Palazzo Rosmini al Frassen (foto 6760_35), fungeva da entrata agli orti e ai terreni di famiglia, e per mantenere il legame tra il palazzo e gli orti, nel 1874 venne realizzato un sottopasso.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760_62b
L'apertura dello Stradone sancì anche la definitiva demolizione del convento delle Salesiane e la chiesa della Visitazione, che sorgevano accanto a Palazzo Rosmini al Frassen e furono edificati tra il 1739 e il 1746. Già nel 1812 Napoleone Bonaparte sciolse il monastero e ne decretò la chiusura; nel periodo successivo, il governo austriaco convertì il convento in caserma di fanteria, carcere e ospedale per i soldati malati o feriti di passaggio, mentre la chiesa divenne magazzino militare.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / Fondo Fiorini
Al posto del complesso dei Salesiani furono costruiti il Palazzo delle Poste (nel 1902) e successivamente, nel secondo dopoguerra, la stazione delle autocorriere (foto 6760_62a, 6760_62b, 6760_62c). Nel 2014 la stazione delle autocorriere fu a sua volta demolita, per edificare l’attuale Urban City.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / Fondo Fiorini
Nel 1895 Piazza Rosmini, aperta nel 1852, venne abbellita con la fontana circolare (foto 6760_34a, 6761_5).
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760_34a
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6761_5
Fino al 1886 la piazza ospitava il monumento ad Antonio Rosmini, inaugurato nel 1879 (foto 6760a_9) e spostato poi nel giardino di fronte a Casa Rosmini, sua casa natale.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760a_9
Nel 1906 l'architetto Augusto Sezanne fu incaricato di ristrutturare Palazzo Del Ben-Conti d’Arco: nello stesso periodo l’architetto decorò a Rovereto anche Porta S. Marco e Palazzo Pretorio.
Nato come residenza privata della famiglia del Ben, il Palazzo fu ampliato nel XVI secolo dai Conti d'Arco. Nel XVII secolo fu comprato e sistemato dalle suore Clarisse di S.Carlo come casa d'affitto. Divenuto poi proprietà del Comune di Rovereto, che lo adibì a palazzo postale fino al 1904, fu venduto infine dal Comune alla Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, per farne la propria sede.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6761_47
L’immagine 6761_47 descrive la situazione nel 1904 circa, dopo lo sgombero dell'ufficio postale, quando il Palazzo era già Cassa di Risparmio, ma non ancora decorato da Sezanne. La porta era stata aperta nel 1869 per dare accesso agli uffici postali direttamente dalla piazza.
A destra si vede il muro che difendeva la proprietà dei conti di Arco, con il portone di accesso al cortile. Dietro al muro si scorge la casa edificata dai del Ben dopo il 1500 con gli affreschi di Francesco Verla (1514), visibili ancora oggi. Con l'opera architettonica di Augusto Sezanne l’edificio prese l’aspetto di un palazzetto in stile rinascimentale di tipo veneziano.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / Fondo Fiorini
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La "Torretta" sul Castello e il Ponte sul Leno
Il Castello di Rovereto fu eretto nel XIV secolo dai Castelbarco in prossimità del fiume Leno. In possesso dei Veneziani, nel Quattrocento, fu rafforzata la sua funzione difensiva, e fu trasformato in fortezza militare, con la costruzione di quattro possenti bastioni. Gli Asburgo lo controllarono dal 1509, anno della sconfitta veneziana, fino alla fine della Prima Guerra Mondiale.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760_4
Di fianco al bastione Malipiero sorgeva una torretta (6760_39a, 6997_15), la cui presenza è testimoniata anche da alcune litografie della prima metà dell'800, tra le quali una tratta da un disegno di Clarkson William Stanfield risalente al 1829 (6760_4).
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760_39a
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6997_15
La Torretta venne abbattuta nell'agosto del 1925, in previsione dell'arrivo della Campana dei Caduti che verrà inaugurata nell'ottobre dello stesso anno (6760_60b).
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760_60b
Nelle litografie si può vedere anche l’evoluzione del ponte sul Leno (6760_4, 6760_39a), noto come Ponte Forbato, che fu sicuramente l’unico attraversamento sul fiume almeno dal periodo romano fino a tutta l’età moderna, e la cui esistenza come manufatto di pietra è testimoniata fin dal Basso Medioevo. Quando nel 1797 un'alluvione lo distrusse parzialmente, il Comune di Rovereto ne costruì subito uno provvisorio di legno, e nel 1840 lo riedificò in pietra.
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La "Toresèla" di Santa Maria
Prima dell’apertura di Via Benacense, decisa nel 1919, attorno a Piazzale Santa Maria non si affacciavano solo la Chiesa del Carmine e Palazzo Candelpergher (6760_9), ma si poteva anche vedere la "Toresèla" (6760_49), un alto edificio dotato di un argano per sollevare l’acqua dalla roggia e convogliarla verso l’orto dei Carmelitani, nei pressi dell’Ospedale Civico.
La "Toresèla" fu abbattuta proprio per costruire la nuova strada.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760_9
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760_49
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Il vecchio lavatoio in Piazza Erbe
Prima del 1920, anno in cui fu sostituito dall’attuale fontana, realizzata da Gelsomino Scanagatta, al centro di Piazza Erbe sorgeva un lavatoio (6760a_3).
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760a_3
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / Fondo Fiorini
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Via Tartarotti
Oggi, ad un rapido sguardo, del lato sud di Via Tartarotti si riconosce soprattutto la facciata del Filatoio Tacchi, con le sue fitte file di finestre. Accanto sorge Casa Masotto.
L’immagine del 1902 (6760a_12) ci restituisce l’aspetto che la strada doveva avere tra il Settecento e l'Ottocento.
Il filatoio fu costruito nel 1765 e venne ampliato nel 1804. Appartenne inizialmente ai fratelli Cosmi e passò in seguito a Giovanni Battista Tacchi. Nella prima metà dell'Ottocento era uno dei principali filatoi della città e operò fino a circa il 1900.
Casa Masotto, cui all'epoca era annesso un piccolo fabbricato a uso tintoria, è nota anche come Palazzo delle Trifore, e fu adibita in anni recenti, fino al 2005, a sede del Catasto e del libro Fondiario.
Scorre scoperta davanti ai due edifici la roggia cosiddetta Roza Grande, attualmente interrata sotto al marciapiede.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6760a_12
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / Fondo Fiorini
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Piazza San Marco
La chiesa arcipretale di Rovereto è dedicata a Marco, il santo patrono di Venezia, perché quando fu eretta, nella seconda metà del Quattrocento, la città era sotto il dominio della Serenissima (6997_17). I fatti tragici della Prima Guerra Mondiale danneggiarono gravemente l’edificio, che venne restaurato nel 1919 con il contributo del Governo italiano. Nel 1950 un voto popolare stabilì di rinnovare radicalmente la facciata, che fu ridisegnata dall’architetto Mario Kiniger di Rovereto (6997_16).
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6997_17
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6997_16
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / Fondo Fiorini
In Piazza San Marco (6997_20) fino al 1838 era collocata una fontana. La sua presenza è ricordata da un acquerello di Domenico Ballarini conservato alla Fondazione Museo Civico di Rovereto (PIN01995), di cui esiste in archivio una riproduzione fotografica dello stesso soggetto (6997_21).
La Fontana dell'Aurora fu realizzata nel 1727 dagli scultori Francesco Aiardi e Giovanni Sartori. Fu tolta dalla piazza perché priva d'acqua e abbandonata da tempo.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6997_20
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6997_21
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / PIN1995
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Casa Pergher in Piazza Oche (oggi Piazza Cesare Battisti)
Piazza delle Oche (ora piazza Cesare Battisti), anche detta piazza della Forca, per richiamare il tridente impugnato dal Nettuno che sovrasta la fontana, doveva il suo nome a tre cigni che erano posti sui basamenti del sostegno della statua, i quali, nel linguaggio comune venivano chiamati "oche". La fontana fu costruita nel 1736 da Domenico Molin.
La foto 6761_16a rappresenta la piazza, in cui si svolgeva gran parte della vita cittadina, e Casa Pergher nel 1890.
Vergate sul verso della foto alcune annotazioni di Giovanni de Cobelli e di Giovanni Malfer, rispettivamente degli anni Venti e degli anni Sessanta del Novecento, raccontano parte della storia dell’edificio.
Il Palazzo a fine Ottocento era di proprietà del podestà Matteo Pergher. In precedenza sopra ai portici c'era una loggia. Poco prima del 1900, poiché fu ricostruita la facciata della vicina Casa Lago - già albergo, sito di fronte a Casa Tacchi - per dare una certa armonia urbanistica alla piazza si decise di abbattere i portici di Casa Pergher, i cosiddetti “Portegheti”, e di allineare la parte frontale a quella dell’attigua Casa de Prati Carlotta, riducendo la superficie delle stanze che davano verso la piazza.
Giovanni Malfer cita le tre “oche” (di bronzo o di pietra) poste sulla fontana, che mancano sicuramente da svariati anni, ma ricorda che la piazza era così chiamata perché in una delle case di fronte si allevavano oche per la comunità degli Ebrei.
Dopo la ristrutturazione Casa Pergher divenne sede della Banca Mutua Popolare, e lo era già quando scrive Giovanni de Cobelli.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6761_16a
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / Fondo Fiorini
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Il "Portone" di Borgo Santa Caterina
Il Portone (6755b_130) separava la Contrada Santa Caterina (che iniziava con via Garibaldi) con la Contrada al Portone (via Mazzini, Piazza Loreto) e quindi con il cuore della città, all'altezza di via delle Salesiane (ora via Stoppani). Fu in origine una delle porte della cinta esterna dell'agglomerato urbano di Rovereto, in seguito fu anche punto obbligato della cinta daziaria sulla via che dalla campagna portava in città.
Documentato fin dal 1500, venne rinnovato nel 1762 e infine demolito nel 1876-77.
Nel periodo in cui è stata scattata la foto, rimaneva un arco a sesto ribassato.
Di questa antica opera resta la quercia palmiforme scolpita a rilievo, mentre un affresco fu realizzato nel 1913 a ricordo del "Portone". Entrambe le testimonianze sono poste sulla casa ex Rosmini, lato via Mazzini.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6755b_130
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La Birreria Eden-Eppler in Via Tacchi
Il grandioso complesso Eden-Eppler, situato all'angolo di via Tacchi con via Vannetti, aprì ufficialmente il 22 ottobre 1910. Era costituito da una grande birreria, con il moderno e magnifico teatro munito di un grande loggione e di vasti saloni per spettacoli. C'era inoltre un salone nel piano sottostante il teatro chiamato "Inferno" che era adibito per feste particolari. Il grande giardino che si trovava tra la birreria e l'Hotel (attuale Hotel Rovereto), era anch'esso dotato di teatro ed era sempre molto frequentato. L'edificio Eden-Eppler venne abbattuto nel 1974 per far posto ad un condominio.
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6761_20a
© Fondazione Museo Civico di Rovereto / 6761_18b
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A cura di Riccardo Baroni, Eleonora Zen | Fondazione Museo Civico di Rovereto